C’è che…

by - 15:38

C’è che in questi ultimi giorni d’agosto (vedi estate) sto dando ripetizioni di inglese.

C’è che mi piace farlo. Al punto che ieri mi hanno dovuto ricordare che era finita l’ora da quindici minuti circa, perché io ero troppo presa dallo spiegare e fare esercizi insieme alla mia allieva. E che oggi ho dovuto tenere costantemente gli occhi sull’orologio per sapere quando fermarmi. Altrimenti potrei andare avanti per ore.

Ma questo l’ho sempre saputo.

C’è che dopo tanto tempo rispolvero una verità che ho nascosto in un cassetto trai maglioni di lana e i sacchetti profuma-biancheria. Per non pensarci più.

C’è che quando fai una cosa che ti piace, stai bene. C’è che stai bene perché ciò che fai fa parte del tuo essere.

C’è che quando una cosa sai essere tua, nel profondo, acquisti una sicurezza che non pensavi di avere.

C’è che ti ricordi che esiste qualcosa che sai fare in modo naturale.

C’è che ti piace stare con i ragazzi, l’esperienza da group leader te l’ha confermato già, ma che ti piace ancora di più quando sai che puoi aiutarli questi ragazzi.

C’è che il tuo concetto di sapere non è mai stato quello dell’intellettuale nella torre d’avorio.

97497209C’è che ti è sempre piaciuto sapere e conoscere perché hai sempre voluto anche condividere ciò che sai.

C’è che c’è poco da dire. Ti piace insegnare.

C’è che in Italia fare l’insegnante è quasi come dire “vorrei un unicorno”. C’è che non vorresti finire come questa signora qua.

C’è che sai che anche nelle migliori delle ipotesi finiresti come quella signora. Non ci arrivi neanche.

C’è che ti arrabbi anche, perché mentre tu vorresti ma non puoi, in classe ci sono professori che vorrebbero essere da tutt’altra parte ma che la comodità dell’impiego statale e del posto fisso non lo mollano - mica sono scemi - e intanto nessuno insegna ai ragazzi l’amore per il sapere e lo scoprire, ché le mie maestre e poi professoresse – donne che hanno sempre amato il loro lavoro, fino all’ultimo – sono invece riuscite a trasmettermi in toto. E per questo le ho sempre ammirate.

C’è che conosco tante persone come me che hanno accantonato questa idea perché è ormai un percorso irto di ostacoli e quasi sterile. C’è che questo mi mette tristezza.

C’è che quindi ripiego con cura il mio sogno e lo ripongo nel cassetto. C’è che spiegare il genitivo sassone mi limiterò a farlo in casi come le ripetizioni. Se e quando riuscirò ad averne qualcuna. E continuerò a guardarmi attorno alla ricerca di un posto anche per me.

C’è che negli ultimi giorni di quest’estate mi ritrovo a domandarmi ancora che fine farò, in attesa di sapere quando avrò uno stage (per il quale ho pagato) da parte del master che ho fatto perché i miei sogni sono tanti e questo lo voglio seguire e vedere dove mi porta.

C’è che ci sono troppe cose da pensare in questi giorni. Ma c’è che uno dei miei sogni è già bello che andato. Almeno per ora.

C’è che questo post è troppo triste quindi ora la smetto e torno al solito umore. Ma intanto beccatevelo così perché c’è che a volte uno ha bisogno di sfogarsi. Per poter tornare a vedere le cose dalla giusta prospettiva.

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27 commenti

  1. C'è che ...la speranza è l'ultima a morire!Ho sempre pensato e lo penso tutt'ora di voler lavorare come consulente estero. Ho scelto un'università molto più specifica per farlo. Ma per ora accantono il piano A e passo al piano B. O forse il piano B è sempre stato quello A, ma non lo voglio riconoscere. Un po' perchè darei ragione a tutti quelli che mi hanno sempre detto: TU FARAI L'INSEGNANTE. TU SEI PORTATA PER QUESTO LAVORO. Chissà se è vero. Sta di fatto che ho deciso di iscrivermi alla specialistica di lettere e lingue straniere. Forse perchè all'orizzonte c'è un lavoro che mi permetterà di fare un po' di esperienza nel settore. E forse perchè do ripetizioni da sempre. Amo relazionarmi con i ragazzi e trasmettergli qualcosa di mio. Mi dicono che si vede la passione e l'impegno che ci metto. E come hai scritto anch'io in questo campo divento stranamente una persona sicura, consapevole delle mie capacità. Chissà cosa ci riserverà il futuro. Speriamo solo cose belle. In bocca al lupo!Bacioni. G.

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    1. Beh Giulia, la speranza sarà anche l'ultima a morire ma per come sono messi ora i giochi la vedo molto dura... io volevo diventare prof di inglese o spagnolo da piccola, per ora sono solo una laureata in quelle lingue che non ha potuto partecipare all'unico tfa per abilitazione che hanno fatto, perché non ero in possesso di tre credit ormai recuperati sperando che ora le cose cambino. Sono iscritta alle graduatorie ma te le raccomando, anche lì mai dire mai ma è comunque qualcosa di molto aleatorio... faccio ripetizioni anche io da sempre, anche se ultimamente per il master non sono riuscita a fare anche questo, ma non sono le ripetizioni che voglio fare da grande. Io vorrei essere in una classe. Ma nelle scuole pubbliche is impossible, in quelle private paritarie chiedono gli abilitati e ne conosco alcuni che brancolano nel buio nonostante abilitazione e 2500 euro in meno in tasca, e alle scuole private che fanno recupero anni e cose varie mandi il cv, vai di persona, ma non sempre ti rispondono (e diverse vanno avanti a conoscenze)... non voglio sembrare lamentosa, ma ho testato tutto ciò sulla mia pelle e sono abbastanza realistica. Sono d'accordo con te che bisogna inventarsi dei piani B e anche C. E vedere cosa succede sperando di non finire prima tutte le lettere dell'alfabeto.
      A ogni modo la mia non era una bandiera bianca, chi si arrende è perduto, ma è una constatazione (amara) di un fatto.
      Ti ho infarcito di parole, sorry! :-D
      In bocca al lupo per questa specialistica! che lingue hai scelto? :-)

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    2. Lo so, ti capisco. Ho inviato milioni di email e cv senza ricevere risposte. Ma forse voglio illudermi che questo sia solo un periodo, passerà. Per questo ho deciso di continuare a studiare, con la speranza che in futuro le cose cambino. E se non cambieranno si troverà un'alternativa. Crepi questo lupaccio! Ho scelto le due lingue della prima laurea, inglese e tedesco. Però andrò a Ferrara questa volta, non a Bologna. Perchè molto probabilmente la farò da non frequentante e a Ferrara ho una mia amica che mi aiuterebbe con gli appunti.

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    3. Mi sembra un'ottima idea. Studiare non è mia una perdita di tempo. Dai che le cose si sistemano sempre in qualche modo. Non rinunciamo a nulla, semplicemente ci adattiamo ai tempi in attesa del momento giusto per vedere realizzati i nostri sogni. Possiamo farcela! ;-)

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  2. Quanto ti capisco... anch'io sono quì a domandarmi che fine farò :( se però tu hai capito qual è la strada da prendere io ti consiglio di seguirla e non mollare perché poi potresti pentirtene!

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    1. Il problema fatina è che tutte le strade che voglio percorrere io sono una più in bilico dell'altra! Ma non demordo... e non devi demordere neanche te!:-)

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  3. Una delle mie migliore amiche vuole insegnare, quindi conosco benissimo il problema.
    Purtroppo è vero, è quasi impossibile: lei mi dice sempre "non m'importa anche se riesco a farcela tra 10 o 15 anni, non mollo!"
    E la invidio per questa forza.
    Anche il mio "primo sogno" lo vedo allontanarsi sempre di più e sempre meno realizzabile. Ed è vero che esistono i pani b,c, d, ma sono e resteranno un ripiego. Quindi ogni tanto lo sfogo ci sta, e la rabbia pure, specialmente quando sai che al posto tuo stanno parecchi incompetenti!

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    1. Carissima, invidio anche io la fiducia della tua amica. Io non ho mai realmente abbandonato il piano A e se sarà possibile tornerò sull'insegnamento a bomba non appena sarà possibile anche solo poter riporre una speranza di una qualche consistenza. Ma al momento so che è dormiente e io devo pur pensare a come adattare la mia persona alla realtà. I piani B e C servono a questo.
      Che dire, dobbiamo avere forza e coraggio, siamo troppo in gamba per arrenderci! :-)

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  4. Vorrei poterti dire che magari nei prossimi anni le cose miglioreranno anche in Italia e che il tuo sogno non sarà impossibile da realizzare, ma ultimamente mi sento così poco ottimista che non so disegnare futuri rosei nemmeno a parole.
    La cosa che mi fa più arrabbiare è che la scuola è piena di prof che se ne fregano altamente di quello che fanno, che non danno peso al loro ruolo, fondamentale per la crescita delle persone. Incompetenti, annoiati, noiosi. Io ne ho beccati alcuni così, quella di chimica non sapeva nemmeno svolgere un esercizio già svolto sul libro, quella di italiano era soporifera. Poi ne ho avuti anche alcuni fantastici, quelli che ricordo con più affetto, magari erano quelli che ti facevano studiare di più, però cavolo, la loro materia sapevano fartela piacere.
    Mi dispiace per te e anche per gli studenti che al posto tuo si beccheranno una prof soporifera come la mia.

    Un abbraccio

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  5. Io vorrei con tutta me stessa insegnare. Mi piace l'idea di trasmettere un messaggio ad un gruppo di ragazzi, di poterli guidare magari nel magico mondo della lettura, di poter dire loro "Hey, ragazzi, la scuola non fa così schifo, credetemi". Entrare in classe, provare il brivido dell'aprire il registro e cercare di collegare i nomi che pronunci alle facce che hai di fronte.
    Ma..la scuola effettivamente fa schifo. Per loro, che non hanno stimoli e lo vedo ogni giorno nei ragazzini che ho a ripetizione e per chi, come me, si butterebbe a capofitto nell'insegnamento ma non sa come siano cambiate, per l'ennesima volta, le normative. Prima i crediti, ora TFA. Il famoso "Tentativo di furto autorizzato": un anno di tirocinio, gratis, e poi forse entri nel mondo dell'insegnamento fra 10 anni.
    E, intanto, chi conosce qualcuno alle private si fa assegnare una cattedra. E ti monta una rabbia assurda dentro.

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  6. Insegnare è una delle cose più difficili, sapere trasmettere ciò che si ha appreso nello stesso modo, fare amare una materia, è un dono. Credo dia una soddisfazione enorme, se fatta con sentimento oltre che gratificare regala a chi lo riceve qualcosa di immenso. Un paio di insegnanti mi hanno davvero cambiato la vita. Altri mi hanno fatto odiare la scuola! E' un peccato che il nostro sistema sia così inchiodato, ce ne fossero di persone che amano l'insegnamento per il gusto di insegnare (e non per il vil denaro). E' davvero un bel post, Fragolina ;) smack

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  7. C'è che è giusto sfogarsi ma non bisogna mai arrendersi...continua a cedere nel tuo sogno

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  8. Ho fatto un sacco di ripetizioni ai ragazzi quando ero all'università. E' stato un lavoro che mi ha permesso di guadagnare qualcosa mentre studiavo e mi dava una soddisfazione immensa. Oltre al rapporto di insegnamento si creava un legame che andava oltre ed è rimasto tutt'oggi, infatti li sento ancora i miei ragazzi, via via mi aggiornano sul loro andamento scolastico:) In questo momento, visti gli intensi orari al lavoro, non posso pensare di riprendere con le ripetizioni e poi avendo cambiato città dovrei ricrearmi il giro. Ma non è detto che in futuro, se avrò più tempo, non rincominci;) Baci

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  9. Ti vorrei dire " ma resisti che prima o poi ci riesci", vorrei davvero, ma purtroppo bisogna essere realisti e guardare il mondo fuori. So che queste parole non sono di conforto in un momento di sfogo, ma di belle parole ne sentiamo tante. Alla fine le nostre abilità vengono fuori, nel tuo caso con le ripetizioni. Secondo me devi tentare e fare il possibile per seguire il tuo sogno, ma avere una seconda strada non è mai male! Ti bacio Fragoletta :*

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    1. Caro Pier, qui di piani a b c ne abbiamo, il problema è che ogni piano che mi riguarda ha una falla... Ma non voglio iniziare un discorso su cosa avrei dovuto fare per avere un lavoro adesso, ad esempio una facoltà voluta dal mercato. Tanto non lo avrei fatto. Bisogna lottare con quello che si ha, anche si arriva al piano z. Perché sarà quello giusto.

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  10. Io mi sono trovata a tenere dei corsi e ho scoperto che detesto insegnare. La trovo una cosa che dovrebbero fare solo le persone che amano questo tipo di attività e per questo vorrei una scuola piena di persona come te. Di insegnanti come te. Io ne ho avuti pochi. La maggior parte stava lì, incollata al posto e senza nessuna speranza che se ne andasse.
    Mi piacerebbe che i genitori (e anche i ragazzi) avessero più voce in capitolo in merito, se non nella scelta, almeno nella valutazione. Invece devi sorbirti l'amico di..., il 'faccio questo perchè è un lavoro sicuro'... e così via.
    Io spero che questo sfogo ti serva a stringere i denti e andare avanti nel tuo sogno. E spero che tu sia presente se e quando le cose cambieranno.
    Un bacio e tieni duro.

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  11. Quest'estate ho dato una mano a mia nipote a fare i compiti di inglese (materia che mi è sempre piaciuta e in cui sono sempre stata brava) e mi sono resa conto che in quarta elementare non sa nemmeno le cose basilari (e lei è una bambina che si applica). Le pronunce erano tutte sbagliate, anche quelle di parole elementari, e quando la correggevo lei mi diceva che l'insegnante gliele aveva insegnate in un altro modo. Poi scopro che l'insegnante di inglese in realtà dovrebbe insegnare matematica, ma non si capisce perchè insegni inglese. Mio marito invece alle superiori ha avuto un'insegnante di inglese che era sempre in malattia e quando faceva lezione non insegnava niente. Morale: lui non ha mai imparato l'inglese e ora che è adulto ne paga le conseguenze. Io invece sono stata fortunata, ho sempre avuto bravi insegnanti che mi hanno saputo trasmettere l'amore per questa lingua. Spero che tu riesca a trovare la tua strada, sono sicura che saresti un'ottima insegnante!

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  12. Se ti può consolare io faccio la maestra,stra precaria,lavoro praticamente a chiamata e sempre lontanissimo da casa. I bambini spesso arrivano a scuola senza avere la minima idea di cosa sia la base dell'educazione e i genitori degli alunni non sono proprio "facili" da gestire. Mi piace il mio lavoro ma è una strada durissimissima...Ti faccio comunque il mio in bocca al lupo e spero il tuo sogno si avveri!!!! Eli

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    1. Non metto in dubbio che sia dura, io poi vorrei lavorare con ragazzi più grandi, anche perché la mia laurea non mi permette certo di lavorare nelle scuole elementari, avrei dovuto fare scienze della formazione ecc... quindi figurati con degli adolescenti cosa può essere. Detto questo credo che se qualcuno fa il lavoro che vuole fare e che sente essere suo, per quanto duro possa essere, sarà sempre soddisfatto.
      A ogni modo, crepi il lupo! :-D

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  13. sai che ti dico? che c'è che hai ragione, c'è che hai talmente ragione che quando ci penso vorrei l'anarchia, la rivoluzione e la guerriglia, c'è che non se ne può più di professori indecenti che non apprendono nulla ai loro allievi e che se ne fregano, mentre la gente motivata, brave e con tanta voglia deve accontentarsi.
    C'è che in questa Italia, se non ci sbrighiamo a fare qualcosa, le cose andranno sempre peggio.
    Pero non mollare, prendi le tue forze, la tua passione e vai avanti.
    In bocca al lupo ;)
    ciao ciao

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  14. Anni fa scelsi un'altra strada pensando che forse non sarei neppure stata una grande insegnante. Ho fatto la scelta migliore della mia vita anche se ho dovuto dimostrare che nonostante la mia laurea umanistica, come si diceva un tempo, potevo riuscire in altri ambiti. E questo dover dimostrare sempre qualcosa non mi ha mai abbandonato.

    Bacio

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  15. Grazie per essere passata da me! Buon fine settimana!

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  16. C'è che fare il lavoro che ti piace è il più grande dei lussi...però che fatica in questa Italia fare l'insegnante. Una volta ho scritto un post "faccio l'insegnante perché" se ti va passa a leggerlo e poi mi dici che mi farebbe piacere. Baciiii

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  17. Insegnare era anche il mio sogno nel cassetto... e invece sono finita a fare quello che detestavo di più (la pubblicità) e ora mi ritrovo frustrata e insoddisfatta dopo anni di studi, di gratificazioni, di riconoscimenti e di sogni ad occhi aperti. So che non si vive di sogni, ma credimi se ti dico di non mollare, se è destino prima o poi l'occasione capiterà, di questo ne sono certa.

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